Il suono di Old Fashioned Lover Boy passa per questo sito nel lontano –in era digitale– 2013 per ritornare con Our Life Will Be Made Of Simple Things, nuovo album che esce il prossimo 11 novembre per Sangue Disken e Ghost Records.
Qui sotto potete ascoltarlo in anteprima col racconto traccia per traccia.
Non perdete l’occasione di ascoltarlo dal vivo –a fine articolo le prime date–
Bowling Green
Si tratta di una delle pochissime canzoni scritte da me in cui l’idea della canzone e di cosa volesse raccontare nascesse prima della canzone stessa. Di solito scrivo molto di istinto. In questo caso invece ho realizzato l’ambizione di scrivere una canzone dedicata alla bellezza delle cose semplici, che fosse volutamente ambientata in un non luogo, un paese come mille altri per nulla diverso ma sostanzialmente speciale. Niccolò Fornabaio (Any other, The Remington) ci ha poi messo su una traccia di batteria epica. C’è un contro tempo nella corsa finale che mi esalta ogni volta.
Carry On
Io e Marco Giudici (produttore artistico) Siamo partiti da un vecchio provino di un paio di anni fa e da una session di piano non perfettamente accordato, registrato in camera sua. Piano piano, abbiamo aggiunto il necessario e ne è venuto fuori forse il pezzo più fragile e onesto del disco.
Oh My love
Si tratta della canzone che ci ha fatto venire voglia di realizzare un album. Inizialmente avevamo deciso di lavorare solo su questo singolo ed un altro paio di brani.. Una volta finito abbiamo capito che dovevamo cogliere l’attimo e fare un disco intero. Nell’arrangiamento c’è una quantità massiccia di sample, presi da brani (alcuni notissimi altri sconosciuti) degli anni ’60 e ’70. Provate a indovinare quali… ovviamente noi non lo abbiamo dichiarato alla SIAE.
Escape
L’avremmo registrata, cestinata e ri-registrata decine di volte. Ogni volta non capivano cosa non tornasse. Poi abbiamo deciso di togliere tutto, o quasi, e tornare alla forma canzone essenziale. A bocce ferme, secondo me ne è venuto fuori uno dei brani più interessanti del disco.
So far so close
Cominciamo nel dire che si tratta di una rielaborazione di un brano (omonimo) di Stefano Bruno “Juno”, produttore del primo disco di OFLB. All’inizio era solo uno scimmiottamento divertente della sua fantastica versione chillwave originale che abbiamo anche suonato assieme ad alcuni live, poi vedendo che la presa del pubblico c’era, ci ho preso gusto e ho scritto il ritornello.
Macca
Si chiama così perché durante le registrazioni io e Marco non sapevamo come segnare quel pezzo senza nome che suonava un po’ alla Paul.. Poi una sera ho provato a buttarci su un testo super romantico, pensando alla mia compagna ed è nata la sua versione definitiva. Prima volta per me che mi cimento con una dedica diretta ad una persona a me più vicina (quella più vicina di tutte).
Muddy Shoes
Come quasi tutte le canzoni di questo disco, è stata cantata in un microfono posizionato tra i pigiami e la biancheria dell armadio della stanza di Juju, il suono della voce da lì usciva perfetto. I “cool kids” tornati in città, sono quelli del “1979” (cit.)
Open road
Nata dopo un ascolto massiccio di “everyday robots” di D. Albarn, questo pezzo non avrebbe mai avuto questa genesi e questo compimento se non fosse stato per Juju (Marco). Devo tutto al suo genio ed estro nell’arrangiamento di una canzone che parla della tristezza del lunedì.
From grace
Registrata totalmente in presa diretta con un solo mic in una sala del centro sociale Macao di Milano, non ha mai subito variazioni. Dal microfono al disco.
Un po’ di date dove poter ascoltare
11 novembre – 33 giri – Caserta
12 novembre – MMB – Napoli
18 novembre – Bookique – Trento
19 novembre – La Limonaia – Fucecchio (FI)
23 novembre – Twiggy – Varese
09 dicembre – Le Mura – Roma
11 dicembre – Juta Cafè – solo acustic – Modena
21 dicembre – Serraglio – Milano
05 gennaio – Be Pop – Taranto
06 gennaio – Fuorimano – Monopoli (Bari)
27 gennaio – frequency – Pomigliano (NA)
28 gennaio – Ferro 3 – Scafati (Salerno)
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