Switch to page 2 for English version
Uno dei più originali e versatili produttori del panorama elettronico statunitense, Lusine -vero nome Jeff McIlwain- ha una nutrita discografia alle spalle distribuita tra labels influenti quali Mute, !K7, Kompakt, Asthmatic Kitty, Shitkatapult nonché un profilo ben consolidato come autore di colonne sonore. Da una decina d’anni comunque gli appassionati non avranno mancato di apprezzare le sue uscite per la prestigiosa etichetta Ghostly International, un sodalizio questo che continua con la pubblicazione del nuovo album “Sensorimotor”. Abbiamo approfittato di questa occasione per contattare il texano trapiantato a Seattle per farci raccontare qualcosa riguardo a questo suo nuovo lavoro.
Ci puoi raccontare qualcosa riguardo al tuo background musicale ed i tuoi inizi come musicista elettronico, considerando che arrivi da una parte del mondo meglio nota per la musica rock ed altri generi?
Sono cresciuto a Dallas ascoltando un sacco di tipico synth pop anche se nei primi anni 90 da queste parti si era sviluppata una certa scena intorno alla dance music. Suonavano techno e breakbeats alla radio ogni weekend. Cosi intorno ai sedici anni ho cominciato ad interessarmene ed a fare musica per conto mio, influenzato da molti stili diversi di elettronica, per tutto il corso del college mentre vivevo ad Austin. Certamente da quelle parti la musica rock imperava ma esisteva anche una piccola scena elettronica underground molto interessante.
Nonostante la tua musica sia stata pubblicata da varie etichette discografiche il tuo nome viene per lo più associato alla Ghostly International. Come è lavorare con una delle più influenti labels elettroniche al mondo?
È fantastico! Ho avuto la fortuna di iniziare a lavorare con Sam Valenti piuttosto presto ed il fatto che coprano una gran varietà di stili diversi si è rivelato un vantaggio pure per me. Anche dal punto di vista del business sono sempre stati molto onesti, e questo è un altro punto a favore, visto come funziona in genere il mondo della musica.
Ci racconteresti qualcosa a proposito delle circostanze nelle quali hai prodotto il tuo nuovo album “Sensorimotor”?
Credo che, a partire dall’album “The Waiting Room”, il fatto che la mia famiglia si sia trovata ad affrontare dei grossi problemi per motivi di salute abbia influito in vario modo sulla mia musica. Facendo un paragone con i mie due precedenti, in questo album in particolare la mia musica si è fatta più circospetta e meno immediata anche se l’ansia e la turbolenza emotiva della situazione hanno trovato comunque una via in quello che ho prodotto.
Trovo il titolo molto affascinante. Cosa significa esattamente per te la parola “Sensorimotor”?
Penso che sia semplicemente un modo per cercare di descrivere la tensione che esiste tra i pensieri e le azioni che vengono prese consciamente. Nello specifico, mi sono trovato a riflettere sulla bellezza dei meccanismi che portano gli uccelli a prendere collettivamente rapide decisioni riguardo al volo in stormo. Visto però in maniera più simbolica, il mio ragionamento è stato: quanto controllo dovrei cercare di avere sulla musica che produco, o sulla mia stessa esistenza? E in che misura invece dovrei semplicemente lasciare che sia il caso a decidere, imparando a lasciarmi andare?
Ci puoi raccontare qualcosa riguardo i collaboratori al progetto? Le vie per le quali sei arrivato ad incontrare Benoit Pioulard, Sarah McIlwain, Vilja Larjosto ed a lavorare ai tuoi brani?
Sarah è mia moglie. Lavoriamo insieme ai testi ed alle parti vocali della mia musica. è bello averla insieme a me in studio, rende tutto il processo più naturale. In passato ho lavorato spesso con Vilja. Ha uno stile vocale unico e mi sorprende sempre sia per i testi che scrive che per il suo senso innato per la melodia e la sincope. Per quel che riguarda Tom, lo conosco da un po’ di tempo ed ho veramente desiderato tanto di poterci collaborare assieme. Sono convinto che abbia un gusto ed una raffinatezza particolare per quel che riguarda i vocals e l’armonia, mi sembrava un’accoppiata perfetta.
Ascoltando il tuo nuovo album sono rimasto molto impressionato dal brano The Lift e dal modo in cui le sequenze dei synths sembrano muoversi in maniera spiraliforme verso l’alto, mettendo l’ascoltatore in una sorta di stupore, di trance. Ci puoi raccontare qualcosa a proposito?
Ti ringrazio! Stavo cercando di creare una sequenza di accordi diversa dal solito, che suonasse un po’ strana ma allo stesso tempo diretta ed aggressiva. Sono sempre stato un fan dei crescendo musicali che si sviluppano lentamente e sono sempre alla ricerca di nuovi modi di approcciarli. Ultimamente mi sono molto appassionato a quel particolare tipo di modulazione ritmica al synth, che si sviluppa in maniera un po’ casuale, ed è cosi che la seconda metà di quella traccia è stata creata.
Quali sono i tuoi programmi per il 2017? Promuoverai il nuovo album con esibizioni live?
Mi sto preparando per andare ad Hong Kong fra qualche settimana, dopodiché ci saranno alcune date live negli Stati Uniti. Sto anche già lavorando alla colonna sonora del film “State like Sleep” che dovrebbe arrivare nei cinema la prossima estate. È diretto da Meredith Danluck e sto componendo la musica assieme al mio amico David Wingo.
Switch to page 2 for English version