Punto e basta! è l’album d’esordio di Andrea Nabel, cantautore pugliese di stanza a Bologna. La bellezza della sua voce sembrerebbe tradire una maturità maggiore rispetto alla sua giovane età, e pur trattandosi solo di un debutto le canzoni mostrano ricchezza di umanità e una scrittura raffinata che non si perde in fronzoli. Anticipato dal singolo Non ti preoccupare, Punto e basta! è un album godibilissimo e che lascia ben sperare: ve lo presentiamo in anteprima e ve lo facciamo raccontare dallo stesso Andrea.
Sarò Franco
Una premessa a chi ascolterà le canzoni di questo disco e una promessa a mio nonno. La sua preferita.
Non ti preoccupare
Quando non c’è via di fuga e non riesci a cambiare le cose. Uno scontro viscerale tra l’adulto e il bambino che sono in noi. Un confronto intenso, dove a volte chiudere gli occhi è l’unico sollievo davanti al macigno della quotidianità. Rivendicare chi siamo è il primo passo per guardare allo specchio la nostra faccia, sorridere e riconoscerci.
Miracoli
Una fotografia che, come un promemoria, accompagnerà negli anni a seguire la mia vita. La spensieratezza della mia infanzia, gli amici di sempre e i campi di Castellana Grotte. Rincorrerci per intere giornate, fino allo sfinimento. La stanchezza di un esploratore in erba e i tramonti della campagna a fine giornata. Questi per me sono i miracoli.
La tua vita
La piazza del mio paese e le facce della mia infanzia. Conoscenti, amici e tanti sconosciuti. Avere la netta percezione che, mai come in quel momento, le scelte possano avere un’influenza determinante sul nostro futuro. Di colpo, ritrovarsi sulla stessa piazza. Le cose non sono come prima. Sono passati vent’anni e di tutte le nostre gioie, impegni e fatiche, questo rimane: uno scambio di sguardi eterno.
Il tempo per rischiare
Il dolore di un tradimento, e la netta sensazione che le cose si sarebbero stravolte. Una crisi, un passaggio il cui fortunato capolinea è stato l’alba di un sole nuovo.
Punto e basta!
L’inno del disco, forse l’unica ideologia sulla quale riesco a schierarmi nettamente. Immaginare, giocare e divertirsi, anche da adulti. Trovare nuove composizioni al mondo, esattamente come per natura lo fanno i bambini o i grandi inventori: prendere un pezzo di carta e, anziché scrivere, costruire un aereo di carta capace di volare.
Sono qui
La canzone da cui tutto è iniziato. Un tuffo nel passato e l’apprensione di una madre che ti ama, forse troppo. Il giubbotto piumato come ancora di salvezza, barriera invalicabile dai malanni di stagione e le incertezze di quello che sarà il futuro. Una coperta per uscire, che profuma di famiglia.
Più di niente
Una lezione importante, data da una amica speciale. Meravigliarsi delle piccole cose, anche le più marginali. La consapevolezza che ogni gesto, dal più grande al più piccolo, ha lo stesso valore per l’universo. Le emozioni come perno su cui le dinamiche del mondo ruotano e si incontrano.
Sogni di gloria
Solitamente preferisco parlare di stati d’animo, fotografie di vita, sensazioni viscerali; ma questa canzone è diversa: parla di attualità. I suoni potrebbero alludere a qualcosa di diverso, magari di nuovo: l’inizio di un nuovo capitolo.