Nella settimana del Fuorisalone, all’interno di un palazzo storico nel cuore dei Navigli, prende forma Fuoribalcone. Un evento che si struttura in più giorni e che vede coinvolti, tra gli altri, la Body Heat Gang Band che suonerà sabato 8 aprile dalle 18:00 affacciati dal palazzo di Via Corsico 3.
Questi di seguito, sono i dischi fondamentali di Rocoe.
Per partecipare, questo è il link da usare.
Zapp & Roger – Zapp I
È il primo album di Roger Troutman e della sua band, Zapp – pietra miliare nell’uso del talkbox ed, in senso lato, del sotto-genere electrofunk. “More Bounce To The Ounce” è stata campionata un trilione di volte ed è sempre bella da suonare in pista.
James Brown – The Big Payback
Uno dei miei lavori preferiti di tutto il corpo di lavoro di JB. La title track è stata campionata mille volte ed è una delle tracce signature del suono di JB e della sua band, i JBs, capitanati dai fiati di Fred Wesley e Maceo Parker. Senza di loro praticamente il concetto di loop non esisterebbe. Questi 8 vanno avanti ripetendosi per sette minuti : percussioni, chitarra, basso…talmente perfetti che questa traccia potrebbe durare per sempre e non annoiare mai – forse anche senza la voce di James!
Chromeo – Fancy Footwork
Il primo album dei Chromeo è stato illuminante nel 2007; nulla di rivoluzionario, sia chiaro, ma in quel periodo non girava nulla di simile ed ascoltarlo è stato un flash che mi ha motivato ad abbracciare il funk (elettronico), a suonarlo e produrlo. “Tenderoni” è la mia preferita, ma in questo album le chicche sono davvero tante!
Daft Punk – Homework
Il primo album dei Daft Punk, rivoluzionario: campionava come nell’hip hop, aggiungendo synth distorti, mischiando con techno ed house, innovando anche (forse soprattutto) nel marketing: i video spaziali, le maschere… il resto è storia.
Fatback Band – Yum Yum
La Fatback Band è una delle mie band preferite – guidata da Bill Curtis e tuttora (a quanto mi risulta) attiva, ha inventato, innovato e fatto ballare per trent’anni. “Yum Yum” è la title track di uno dei primi album, quando il loro suono ha trainato la scena che da funk si stava trasformando in disco. Successivamente sono stati più “follower” che “leaders”, continuando comunque a mantenere un sound distintivo e sfornare bellissime hit che suonano tutt’ora nù babà!
Chic – C’est Chic
Chic = Disco Music. O meglio Disco Music = Chic. Questo è il loro secondo album, successivo al primo album omonimo della band. Prodotto da Nile Rodgers include gemme senza tempo come “Chic Cheer” e “Le Freak”. Oltre al sound, questa band ha contribuito a creare – ahimè, ahinoi! – quell’ immaginario patinato/pettinato/da shogno che spesso viene collegato alla disco music, che onestamente sento molto distante dai dancefloors sudati e “democratici” che facevano parte dell’immaginario Funk e che sento molto più vicini a Body Heat e me !
Sly & The Family Stone – 1970 hits
Sly Stone – con e senza la sua Family – ha rivoluzionato la musica nei tardi anni ’60, mischiando soul, rock psichedelico da fattoni di acidi della west coast, e naturalmente funk. La sua band è stata tra le prima ad essere “multietniche” e soprattutto, Larry Graham, il suo bassista, si è inventato (per errore!) il basso slappato – usato per la prima volta nella traccia “Thank You (Fallettinme be mice elf again)”! Quante cose di oggi diamo per scontate, senza sapere da dove arrivano ?
The Meters – Rejuvenation
Anche i Meters sono tra gli “inventori” del genere, per quanto non siano molto celebri tra il grande pubblico. Hanno forgiato il sound di New Orleans e prodotto miriadi di dischi anche con altri nomi (Neville Brothers); questo album NON è il loro album per antonomasia, ma “People Say” e “Hey Pocky Away” sono classici del Mardì Gras ed io li preferisco anche alle hits precedenti come “Cissy Strut” che però, va detto, hanno avuto maggiore portata storica !
Jamiroquai – Automaton
È il nuovo album di uno dei miei/nostri artisti preferiti – lo sto ancora digerendo ma lo amo di già! L’ evoluzione elettronica a volte mi pare un pelo buffa/goffa/ingenua nella produzione (“Automaton”) e l’autocitazionismo a volte sfora nel grottesco, ma il sound è sempre fresh, la voce di Jay Kay è sempre miele, gli arrangiamenti ed i suoni sempre spaziali. In ogni caso, oggettivamente, nella storia della musica (postmoderna), pochi acts sono riusciti a mantenere un sound, un immaginario, un branding ed una band sempre al top, sempre coerenti, sempre di qualità, senza smarchettare, come han fatto i Jamiroquai!
Average White Band – Greatest Hits
Questa band di ragazzetti coi capelli rossi ed il viso pallido è partita dalla Scozia nei primi anni ’70 per fare successo con la musica dei neri, nella terra dei neri. E ce l’ha fatta! Componendo “Pick Up The Pieces”, uno degli standard del funk, una chicca senza tempo che all’epoca fece bruciare il culo pure ai JB’s ! Ma quante belle tracks han fatto? In quest’album ci sono quasi tutte, quantomeno le più famose!