Pur non essendo rimasto con le mani in mano nei diciassette anni che separano questo “Narkopop” dal suo predecessore, il ritorno di Wolfgang Voigt sotto lo pseudonimo di Gas non puó non rappresentare un avvenimento discografico di quelli con la A maiuscola. Tantopiu che la sua discografia -costituita da quattro incensatissimi e fondamentali album- sembrava ancora mancare di un tassello importante. E dunque tra i tanti progetti con i quali l´artista è impegnato – primo tra tutti la guida dell´ etichetta Kompakt, istituzione della techno di Colonia ed una delle principali realtà discografiche tedesche – ecco arrivato anche il momento di tornare a quello che è visto da molti come una delle avventure elettroniche più importanti di sempre. Preceduto ed in qualche maniera sottilmente preannunciato da un box set antologico uscito lo scorso anno, “Narkopop” riprende da dove il progetto si era fermato, se possibile fornendone una versione ancora più profonda e notturna. Grandiosi paesaggi sonori apparentemente semi-statici in linea temporale ma ricchissimi da un punto di vista degli strati da cui sono formati, strati che sembrano mimare le fila di una mesta orchestra sinfonica fantasma sostenuta e spinta in alcuni episodi da un battito profondo e marziale. Ancora una volta Voigt reinventa la cosiddetta musica ambient, ne oltrepassa i confini per diventare esperienza d´ascolto unica. Un disco che per importanza e riflessivo lirismo è da accostare alla collaborazione tra The Bug e Earth pubblicata lo scorso mese e, come in quel caso, già destinato a diventare presenza fissa nelle classifiche dei migliori di questa annata musicale.