Freschissimi ritornano anche gli Zeman con un nuovo album che è una dichiarazione a cuore aperto: “Non abbiamo mai vinto un cazzo”. Quel che viene fuori è un’etica del perdente che risuona come un coro calcistico di curva, che segue la scia indie degli 80, pur dandole quel tocco synthwave in più.
L’insoddisfazione diventa più che mai motivo condiviso, diventa più che mai motivo pop.
Insoddisfazione
E’ una canzone cantata allo specchio. Rendersi conto di non riuscire ad apprezzare il tanto che si ha. Capire che così è difficile dare e darsi. Accorgersene quando è troppo tardi.
Cercare di guarire apprezzando le piccole cose.
Devi solo farmi male
Il manifesto dell’amore over 30, secondo ZEMAN.
In testa volevamo fare un pezzo rap e non ci siamo riusciti.
Descrivere come vorremmo una storia d’amore è impossibile oltre che inutile, causa solo frustrazioni. Capire un carattere, avere coscienza di quanto lui/lei sia importante, specie quando è lontano.
Conoscersi è mettere le basi per la sofferenza futura. E quando sarà finita, il dolore sarà parte della felicità di ieri. Quando sei un po’ più maturo questo lo dovresti sapere, esserne cosciente addirittura nel momento in cui sei più felice, addirittura quando stai facendo l’amore.
Smettila di smettere
Una canzone sulla depressione, vera o presunta, temporanea o cronica.
Dal sintomo di voler stare a letto, cercando solo alibi, fino a rompersi il cazzo anche ad una festa, in mezzo a tutti gli amici.
A volte serve qualcuno che ti dica che stai sbagliando, stai guardando le cose da un punto di vista errato e te ne mostra altri cento, che il buio della depressione di solito oscura.
Come quando dopo un bel film pensi a quanti altri mondi esistono, oltre a quello che stai vivi tu.
Ada
Il ponte tra Fame, il nostro primo disco, e Non abbiamo mai vinto un cazzo.
La storia di una ragazza del sud con del talento artistico che sta al nord per lavorare e vive divisa tra il tornare a casa, scappare all’estero e cercare conforto dove sta.
Vuole calore umano ma spesso trova solo esseri umani della peggior specie.
La salva l’arte. In questa lei si rifugia e ritrova il senso leggero della vita, prendendo tutto come un grande scherzo e canticchiando “la la la la”, per allontanare con questa melodia i cattivi pensieri.
Le cose più strane
Scritta in una notte, lo scorso luglio, dopo aver consumato l’intera serie “Stranger Things”, da qui il titolo, racconta la fine di una storia a distanza, tra un ragazzo di provincia e una ragazza che lavora a Milano.
Lui guida di notte in viaggio verso Milano, per vedere se c’è ancora qualcosa di recuperabile della loro storia. Pensa a lei, inconsapevole, entusiasta della società dell’accesso, alienata da quella del possesso, infatti non può permettersi nulla, se non in affitto.
Tra drink Sbagliati, straordinari non pagati e lavori che sembrano fichissimi solo perché “fai cose e incontri gente”, si chiede se poi lei a casa, da sola, riesca a tirare le somme della vita che fa.
Ma lei non è sola.
E come in un flashback – musicalmente in una bolla dub – tutto rallenta. Lui rivive le promesse che si erano fatti: i sogni, i viaggi, i progetti di un futuro con tanti bambini.
La Rivoluzione
Testo di Antonello Dinapoli, scrittore udinese, autore del libro “Il mercoledì delle ceneri”.
La verità è spesso celata da ciò che vediamo.
Qualcuno conosce la verità o meglio ne ha una sua. E a volte per vivere meglio basta conoscere una verità e farla propria.
Breve storia di un concerto di merda
Andare ai concerti, scoprire che non c’è più la tensione di una volta, delle cose conquistate, sudate. Dell’impegno sociale, politico. Etico.
E il revival anni ’80, i synth che prendono il posto delle chitarre fanno da parallelo al fatto che ormai sul palco nessuno parla più di quello che viviamo tutti i giorni, di politica, perché ormai è relegata alla sfera del privato. Nessuno prender più nessuna posizione, specie nel caso questa fosse un po’… scomoda.
Se niente importa
Nel titolo e nel testo chiamiamo in causa il capolavoro di Safran Foer, perché ormai sono più le gag e i meme contro i vegan rispetto a quelli su chi crede nelle scie chimiche.
Il testo nasce da uno spunto postato da Melissa Panarello (più nota al grande pubblico come Melissa P.) sulla sua pagina Facebook, che descriveva una scena di quotidianità in cui le veniva chiesto perché fosse vegetariana e i commensali poi esaminavano le sue risposte nella ricerca di contraddizioni.
Quando si spiega perché si è deciso di smettere di mangiare carne non si sta evangelizzando, non si stanno cercando proseliti.
Smettere di mangiare animali è una questione di coscienza: o la si ha oppure essa sta dormendo.
Non ci troveranno
Una storia d’amore così breve, che nessuno ricorderà, se non i protagonisti.
Così breve che ogni tratto della quotidianità non potrà essere vissuto dai due amanti e nessuno parlerà mai della loro storia.
Nessuno li troverà mai.